Strengthening of the Italian Research Infrastructure for Metrology and Open Access Data in support to the Agrifood
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Il 27 giugno è la giornata mondiale sul Microbioma: perché i microrganismi sono così importanti per il settore agroalimentare
Il 27 giugno si celebra la Giornata Mondiale sul Microbioma, nata nel 2018 per incoraggiare il dialogo pubblico sull’importanza fondamentale dei microrganismi (batteri, virus, funghi) per la salute umana, animale e ambientale. Il tema del 2024 è “Feed Your Microbes”, ovvero “Nutri i tuoi microrganismi”, per ricordare quanto sia importante “prenderci cura” dei nostri microrganismi.
I microrganismi esistono sulla Terra da miliardi di anni e da molto prima di noi. Anche se sono invisibili a occhio nudo, vivono dentro e sopra le piante, gli animali, l'acqua, il suolo, il cibo e gli esseri umani. All’interno di ciascuno di questi habitat, i microrganismi formano comunità complesse, che prendono il nome di “microbioma”, dove interagiscono tra di loro e con l’ambiente circostante, svolgendo un ruolo positivo o negativo. “Spesso la percezione pubblica dei microrganismi è negativa poiché alcuni di loro possono causare infezioni, ma grazie alla ricerca scientifica sul microbioma, oggi sappiamo che la stragrande maggioranza dei microbi non causa alcun danno e che molti sono essenziali per mantenere la salute e l’equilibrio degli ecosistemi naturali, nonché utili per le nostre attività” spiega la Professoressa Francesca De Filippis, Professore di Microbiologia del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
In effetti, un mondo senza microrganismi è inimmaginabile. Ogni ecosistema ha un microbioma specifico, che svolge funzioni essenziali nell’ambiente in cui vive.
Ad esempio, trilioni di microrganismi vivono nel e sul nostro corpo (sulla pelle, nella bocca, nell’intestino) dove aiutano attivamente a proteggerci dalle infezioni combattendo i batteri “cattivi” (chiamati patogeni) e promuovono lo sviluppo del nostro sistema immunitario. Ci aiutano anche a digerire gli alimenti e producono vitamine ed altre molecole essenziali per la nostra salute. Il microbioma dell’oceano, invece, produce la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo e può assorbire tanta anidride carbonica quanto le piante sulla terra. Anche il suolo è ricco di microrganismi, che aiutano le piante a crescere fissando nel terreno l’azoto presente nell’atmosfera e convertendolo in una forma che le piante possono utilizzare per la crescita. Mantenere la biodiversità microbica del suolo, infatti, ci può permettere di ottenere una produzione più sostenibile, riducendo l’uso di concimi chimici, senza compromettere la produttività e la qualità degli alimenti.
Inoltre, i microrganismi sono essenziali per la produzione di molti alimenti che consumiamo ogni giorno, come formaggi, yogurt ed altri prodotti caseari, salumi, vino, birra, e tanti altri alimenti e bevande. In particolare, la tipicità, l’aroma e le caratteristiche peculiari della maggior parte dei prodotti italiani DOP e IGP è dovuta anche alla presenza di un complesso microbioma, responsabile della produzione di aroma e sapore. La composizione del microbioma di questi alimenti è strettamente legata al territorio di produzione e selezionato dallo specifico processo produttivo.
Tutte tematiche che interessano da vicino le attività del consorzio METROFOOD-IT, al quale partecipa anche il Laboratorio di Metagenomica ed Ecologia Microbica del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinato dalla Professoressa De Filippis, che si occupa di studiare il microbioma utilizzando approcci molecolari innovativi basati sullo studio del DNA microbico. Ciò permetterà di elucidare il suo ruolo nella qualità e tipicità degli alimenti.
Per maggiori informazioni e per conoscere tutti gli eventi organizzati per il #WorldMicrobiomeDay 2024, è possibile visitare il sito https://worldmicrobiomeday.com
Professoressa Francesca De Filippis, Professore di Microbiologia del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II